roland barthes in cina

PRESENTAZIONE DEI “CARNET DEL VIAGGIO IN CINA” DI ROLAND BARTHES

Mercoledì 21 aprile alle 21, alla Casa della Cultura di via Borgogna 3 a Milano, O barra O edizioni, in collaborazione con l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano, presenta I carnet del viaggio in Cina di Roland Barthes: i taccuini, finora rimasti inediti, del viaggio compiuto da Barthes in Cina nel 1974.
Ne parleranno Renata Pisu, giornalista, scrittrice, traduttrice, sinologa, e Alessandra Lavagnino, docente di Lingua e Cultura Cinese presso l’Università degli Studi di Milano e direttore dell’Istituto Confucio di Milano. Coordina Ferruccio Capelli, della Casa della Cultura.
Nell’aprile del 1974 Roland Barthes accetta l’invito delle autorità cinesi per un viaggio in Cina di circa un mese in compagnia di altri intellettuali francesi: tre emissari del gruppo Tel Quel, a quel tempo in pieno fervore maoista – Philippe Sollers, Julia Kristeva, Marcelin Pleynet – e il filosofo Francois Wahl. Durante il soggiorno Barthes riempie tre taccuini di appunti, pubblicati ora per la prima volta in Francia dall’editore francese Christian Bourgois e tradotti in italiano da O barra O.
Quando Barthes arriva in Cina è il momento della campagna “Pi Lin pi Kong”, che dichiara controrivoluzionario il pensiero di Confucio. La delegazione soggiace a un programma serrato di visite ufficiali attraverso fabbriche di trattori, scuole, ospedali, stamperie, coltivazioni agricole, quartieri cittadini, mentre i delegati locali sfoderano informazioni e cifre sulla riuscita della Cina maoista. Un tinerario prestabilito conforme agli stereotipi ideologici e culturali che in quel periodo circolano in Occidente. Ben presto lo scrittore diviene indifferente alla logorroica ideologia, alla dimostrazione dei rappresentanti maoisti. Se in un primo momento prende appunti precisi sui discorsi, via via se ne distacca sempre più. Cerca piuttosto di cogliere la fisiologia di una lingua, di una doxa, di una retorica particolare e del suo uso degli stereotipi.
I Carnet riflettono una disposizione a osservare la struttura del mondo e un’attenzione rivolta ai dettagli minuti, al gusto dei piatti, all’erotismo dei ragazzi cinesi, ai colori del paesaggio e, soprattutto, la tendenza a ricercare gli imprevisti, gli incidenti di percorso che sfuggono alla censura e dissolvono ogni artificio.
Annotazioni, impressioni, osservazioni ironiche che di continuo manifestano la volontà di non lasciarsi intrappolare dai meccanismi della retorica e dagli stereotipi.
Roland Barthes (1915-1980) è stato saggista, critico letterario, semiologo, tra i maggiori esponenti dello strutturalismo. Nominato nel 1962 professore all’École Pratique des autes Études di Parigi, nel 1976 ottiene la cattedra di Semiologia della Letteratura al Collège de France. Ha collaborato con diverse riviste, tra cui «Tel Quel» e «Esprit». Tra le sue opere: Il grado zero della scrittura, Il piacere del testo, Miti d’oggi, Saggi critici, L’impero dei segni, Frammenti di un discorso amoroso, Barthes di Roland Barthes.